
Il morbo di Alzheimer è la più diffusa e complicata forma di malattia di carattere cognitivo, che non ha una vera e propria cura, se non una forma di terapie e condizioni concepite per rallentare l’insorgenza di questo disturbo decisamente diffuso per una parte pecifica della popolazione ed in aumento.
Tuttavia è stato da poco tempo ufficializzato un tipo di farmaco specifico per rallentarne il progressivo sviluppo.
Significato e diffusione
Come per numerose altre condizioni, il nome deriva dallo “scopritore” Alois Alzheimer, psicologo tedesco che dalla fine dell’Ottocento è stato il primo a riconoscere una forma di malattia senile che in fasi successive prenderà poi il suo nome, ed oggi corrisponde alla più diffusa tipologia conosciuta, con sintomi diversificati ma anche progressivi.

Considerata silente perchè essendo del comportamento cognitivo, tende ad essere poco evidente, specialmente all’inizio, sviluppandosi nel tempo in maniera progressiva. Colpisce in modo particolare le persone in età avanzata, ed oltre il 65 % dei casi di demenza senile, legate quindi ad un deterioramento delle condizioni mentali dovute all’età, sono diagnosticate con l’Alzheimer.
Essendo così diffusa ma anche di fatto non arrestabile nel processo effettivo, la malattia è una delle anche più studiate, e nel corso dei decenni sono stati fatti numerosi passi in avanti fino a sviluppare una serie di medicinali e terapie molto specifici che impattano esattamente sulle cause e possono rallentare di molto la comparsa dei sintomi.
Sintomi e cause
Spesso è difficile riconoscere la malattia dal naturale rallentamento dei processi cognitivi, quindi perdita parziale di memoria a breve o lungo termine, una minore reattività delle fasi celebrali fino ad un linguaggio meno spiccato e rapido. Essendo una condizione cognitiva infatti spesso viene confusa nella malattia dal semplice manifestarsi dell’età avanzata.

Le cause “ufficiali” della malattia di Alzheimer non sono chiarissime ma è sostanzialmente dovuto al disfacimento ed alla perdita di efficacia di una particolare forma di proteina che in età avanzata ed in modo specifico nel caso di questo distubo non viene più controllata ed assorbita in modo tradizionale comportando un decadimento cognitivo.
Anche per questo motivo non esiste una “cura”, in particolar modo per le fasi avanzate della malattia, ancora di più sono concentrate le forze per costituire una forma di limitazione dei sintomi che sono peggiorativi in modo purtroppi inarrestabile, quanto prima possibile ed anche l’ultimo farmaco che è stato approvato dall’Unione Europea è concepito appositamente per questa fase.
Il nuovo Farmaco attivo anche in Italia
Dopo forme sperimentali di farmaci che sono sviluppati e preventivamente testati per il morbo di Alzheimer, proprio a metà aprile 2025 è stato approvato in via definitiva il Leqembi, uno specifico principio attivo improntato a ridurre e rallentare l’incedere del morbo in particolare nelle sue fasi iniziali, ovvero quando il tutto non è ancora così evidente.

Diffuso con il nome di Lecanemab è sostanzialmente una sorta di anticorpo artificiale che non cura la malattia ma ne permette una più agevole capacità di controllarla, in quanto riduce lo squilibrio delle proteine che secondo gli studi più recenti sarebbero proprio da essere considerate la causa del progressivo peggioramento oltre che della comparsa di questo morbo.
Questa forma di farmaco viene applicato tramite una forma di infusione indovenosa a cadenza regolare per un periodo pari a circa un anno e mezzo. I risultati preliminari dei test hanno evidenziato quasi 1 paziente su 3 nello stato iniziale del morbo di Alzheimer a subire un vero e proprio rallentamento della malattia.
I controlli preventivi
Il Parere positivo è arrivato anche da parte dell’Agenzia Europea dei medicinali che ne ha ovviamente garantito l’approvazione a partire dalle cliniche specializzate fino agli ospedali. Come detto si tratta di una forma di soluzione che non risolve ma garantisce una enorme forma di aiuto ed un notevole passo in avanti nel contrasto alla malattia.

In tutta Europa sarebbero oltre 9 milioni di persone che manifestano il morbo di Alzheimer, che si diffonde manifestando sintomi apparentemente, come detto, legati all’età: dimenticare date comuni oppure oggetti, passando per quelle difficoltà tipiche di reazione e di ragionamento che terminano anche nelle fasi di linguaggio e comunicazione.
Essendo considerata una forma di malattia subdola e particolarmente difficile da contrastare ma anche da scoprire, sono molto consigliabili controlli costanti in particolare dopo una certa età. Per statistica la malattia colpisce più diffusamente le donne, anche perchè queste ultime hanno mediamente una vita sensibilmente più lunga rispetto alla popolazione maschile.