
Recentemente il prezzo del caffè ha subito un notevole rialzo a livello globale influenzando direttamente le abitudini dei consumatori. Tra i fattori che hanno causato questo aumento di prezzo ci sono dinamiche geopolitiche, condizioni climatiche avverse nei Paesi produttori, ma soprattutto negli ultimi tempi l’introduzione e l’applicazione di dazi doganali.
I dazi fanno salire il prezzo del caffè
Negli ultimi giorni, il Parlamento europeo ha votato per imporre dazi doganali fino al 25% su una serie di prodotti provenienti dagli Stati Uniti, tra cui il caffè, la soia, il succo di arancia, in risposta ai dazi statunitensi su acciaio e alluminio provenienti dall’Europa. Questa misura provocherà l’aumento di prezzo del caffè, incidendo in maniera considerevole sulle abitudini di consumo degli italiani.

L’aumento dei costi di importazione preoccupa non poco le principali aziende di caffè in Italia. Ad esempio, le stime parlano di un miliardi di euro di danni previsti per le aziende di caffè del Piemonte, così come annunciato da istituti economici e associazioni di categoria di fronte alla questione delle misure protezionistiche imposte dal governo statunitense.
L’introduzione dei dazi doganali ha innescato un effetto domino lungo tutta la catena di approvvigionamento del caffè influenzando negativamente sia i produttori che i consumatori colpiti dal rialzo dei prezzi. I costi aggiuntivi derivati dai dazi si sono sommati ad altri fattori che avevano già provocato l’aumento dei prezzi, rendendo il caffè sempre più costoso.
Caffè e dazi
In un mercato globalizzato come quello odierno ogni variazione nel rapporto tra domanda e offerta può innescare aumenti di prezzo a livello internazionale e un rialzo della competizione su scala globale. Per l’Italia, questo scenario si traduce in un aumento del prezzo del caffè al dettaglio, sia nei bar che per la distruzione e il consumo domestico.

A ciò si aggiungono altri fattori critici che stanno determinando già un aumento dei prezzi della materia prima come le condizioni climatiche dei paesi produttori e l’aumento dei costi della logistica a livello mondiale, oltre l’inflazione che corrode inesorabilmente il potere di acquisto di cittadini e famiglie. Anche se l’Italia non è colpita direttamente dai dazi statunitensi le conseguenze si fanno sentire.
Questo a causa della struttura interconnessa del mercato e del commercio di questo prodotto che in Italia ha una valenza culturale conviviale molto importante. I dazi sul caffè dimostrano come le scelte governative di un paese possono avere effetti e conseguenze estese ben oltre i semplici confini nazionali e incidere a livello internazionale.
Conseguenze per i consumatori
L’aumento del prezzo del caffè ha un impatto diretto e molto significativo sui consumatori. In Italia, il prezzo medio di una tazzina di caffè al bar è di 1,20-1,50 euro, registrando un aumento del 20% rispetto al 2021. Un aumento che ha inciso già notevolmente sulle abitudini di consumo del caffè da parte degli italiani.

E nei prossimi mesi si prevedono ulteriori aumenti. C’è da chiedersi se tali aumenti determineranno un minor consumo di caffè e una minore frequentazione dei bar da parte degli italiani, mettendo in crisi con un effetto a catena tutti gli operatori economici e commerciali di questo prodotto, dalle aziende che importano a quelle che producono fino al consumatore.
I prezzi modificano le abitudini dei consumatori con una tendenza a consumare meno caffè fuori casa. Tuttavia, anche il caffè al dettaglio per uso domestico ha subito un aumento di prezzo rendono difficile per i consumatori trovare alternative più economiche. Le associazioni di categoria sono molto preoccupate e sottolineano la necessità di interventi per contenere i costi.
Prospettive future e possibili soluzioni
Le previsioni indicano che i prezzi del caffè potrebbero continuare a salire per tutto il 2025 a meno che non si mettano in atto interventi significativi per stabilizzare il mercato. Le tensioni geopolitiche potrebbero persistere mantenendo alta la volatilità dei prezzi. E’ importante trovare soluzioni per mitigare l’impatto sui consumatori.

In conclusione, l’imposizione di nuovi dazi doganali sul caffè rappresenta un ulteriore fattore di pressione in un contesto economico già difficoltoso e compromesso, segnato da instabilità, volatilità, inflazione e recessione a livello globale. Per i consumatori ciò significa una costante, graduale e e inesorabile perdita del potere di acquisto.
In sintesi, l’aumento del prezzo del caffè a causa dei dazi doganali imposti in risposta ai dazi decretati dal governo Trump genera un effetto a catena sull’economia globale e il commercio internazionale del caffè e quindi anche influenzare i costi e la disponibilità di questo prodotto anche in Italia.