
La carne di maiale è una delle più cosumate ma anche relativamente complesse da integrare in un apporto e fabbisogno di tipo tradizionale nell’ambito alimentare, in quanto pur possedendo numerose proprietà utili, viene anche identificata come non salubre in svariati casi. Inoltre la carne di maiale, diffusa da decadi nei supermercati è stata spesso identificata come “non eccellente”.
Carne di maiale nella storia
L’allevamento di suini è uno dei più antichi della storia umana, la prima domesticazione è avvenuta circa 8 mila anni fa, anche se già in epoche addirittura precedenti gli esseri umani hanno fatto ricorso alla carne suina. Estremamente diffusa e diversificata, seguendo il detto che del maiale non si butta via niente, nel corso dei secoli sono state differenziate varie tecniche e tagli.

Appartiene alla configurazione della carne rossa, anche se è sensibilmente differente da quella bovina ad esempio per questo la categorizzazione la vede spesso in una sorta di “intermezzo” tra carne rossa e bianca. E’ diffusa in praticamente ogni cultura culinaria, da Oriente ad Occidente. Ma come sceglierla correttamente? E come identificarla come “buona” o “meno buona”?
Dei suini si consuma buona parte del suo contenuto, anche se questo ha portato la carne suddetta ad essere identificata come una delle cause di svariate malattie o tendenze specifiche, anche potenzialmente pericolose per la salute del nostro organismo. Per questo, ancora di più, è importante comprendere cosa siamo portati a consumare.
Come scegliere la carne di maiale
Esistono naturalmente svariati tagli corrispondenti a sezioni specifiche e riconosciute per capacità di cottura, sapore e consistenza ma anche aspetto. Una carne di maiale in senso generale deve essere sempre piuttosto soda, dalla texture sufficientemente simile in ogni parte, e non sviuppare un odore particolare di acido o comunque sgradevole.

Meglio se presenti delle sottili venature di grasso, attenzione al colore però: non devono tendere al grigio o grigio chiaro, ma restare sul bianco e solo leggermente è “concesso” per un buon prodotto e dalla buona provenienza, una leggera tendenza a colore giallo. Il colore del grasso deve essere simile in ogni sua parte.
A proposito di provenienza, la carne suina deve presentare una certificazione che identifica la provenienza precisa, ma anche naturalmente il periodo della scadenza. Inoltre un buon prodotto deve essere identificato se l’animale viene coltivato al pascolo quindi con una relativa libertà oppure al centro di allevamenti intensivi (in questo caso è indicativo il prezzo).
Conservazione e preparazione
Una buona carne di maiale deve presentare quindi sempre un po’ di grasso, data la natura dell’animale ma anche la struttura della carne deve risultare sufficientemente soffice, morbida ma non totalmente molle. Questo significa che l’animale non ha sviluppato una sufficiente muscolatura oppure è passato troppo tempo dalla macellazione.

La cottura dipende tantissimo dal taglio, le parti più pregiate corrispondono a quelle ovviamente più costose, come il filetto che se cucinato correttamente, impiega relativamente poco tempo (anche meno di mezz’ora). Meglio non sviluppare cotture molto invasive e fare ricorso a prodotti e spezie naturali per preservare la consistenza ed il contenuto nutrizionale della carne.
Una buona idea durante il concetto di preparazione, è quella di variare metodi di cottura, anche impiegando tagli differenti e di pregio medio. La duttilità della carne suina, se di sufficiente qualità consente di mantenere le proprietà in ambito di minerali e vitamine e rendere molto appetibile un prodotto anche non di primissimo taglio.
I rischi della carne di maiale
I nutrizionisti ed i medici invitano a consumare a carne di maiale non più spesso di 2-3 volte la settimana, anche se si parla di tagli sufficientemente magri e pregiati. Questo perchè rientra come accennato nella carne rossa, presenta delle problematicità legate a malattie, naturalmente la probabilità di subirle è inversamente proporzionale alla cadenza di consumo.

In particolare un eccesso di carne di maiale viene collegato come tipo di abitudine all’epatite E, una delle principali tipologie di questo ceppo di malattie, oltre a problemi di natura circolatoria e che impattano sul cuore, a causa della costituzione stessa della carne (oltre che parzialmente dala tipologia di preparazione).
La duttilità della carne di maiale va sfruttata ma come ogni altro cibo, specialmente di provenienza animale, è opportuno comprenderne le potenzialità, ma anche gli eventuali rischi anche da prima dell’acquisto, consultando e controllando nello specifico le informazioni riportate che da oltre 10 anni sono obbligatorie sulle confezioni al supermercato.