Auto vecchie e tassa di proprietà: cosa cambia dal 2026 e quanto si rischia di pagare in più

La tassa di proprietà, conosciuto anche come bollo auto, è una imposta regionale, che tutti i possessori di una automobile, devono pagare. Anche se negli anni, e ancora oggi, continua a fare storcere il naso, è obbligatoria. Ma ci sono delle cose, che stanno per cambiare. Di che cosa si tratta? Entriamo nel merito.

Bollo auto: come funziona?

Il bollo auto, come tutti sanno, è legato al possesso dell’automobile. E non al suo utilizzo. Per cui, non cambia nulla, sapere, se la macchina è usata o se viene tenuta ferma. Il bollo, in genere, scade nel mese di Aprile, Agosto o Dicembre, con il pagamento, che si deve pagare, entro il mese successivo alla scadenza.

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Per cui, per il 2025, il versamento si deve fare: entro il 31 Maggio, il 30 Settembre o il 31 Gennaio 2026. E’ un dettaglio non da poco, che permette anche di avere bene chiaro in mente, quando si devono fare i pagamenti, e regolarsi, anche in base a quelle che sono le scadenze.

Il pagamento viene versato, come imposta, al PRA, che poi altro non è che il Pubblico Registro automobilistico. Ma attenzione, a quando avviene un passaggio di proprietà, in quel caso le cose potrebbero anche cambiare. Ci sono dei dettagli, che in quel caso, è sempre bene avere in mente. E che possono, modificare, ogni cosa.

Bollo e passaggio di proprietà: cosa succede?

Quando avviene un passaggio di proprietà tra privati, in linea di massima, il pagamento del bollo, risulta sempre a chi è il proprietario della vettura. Per lo meno, fino alla data di scadenza dell’imposta. Per cui, se il vecchio bollo è scaduto, allora il vecchio proprietario deve pagare, il suo importo.

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Mentre, il bollo, che poi arriva in un secondo momento, ovvero quando il passaggio di proprietà è concluso, ricade in chi compra il mezzo. E’ lui che si deve occupare di ogni cosa, compreso il pagamento, per non cadere in sanzioni, di nessun tipo. E non avere altri problemi, che possono avere delle conseguenze.

Poi, è anche vero, che venditore e acquirente, possono arrivare ad un accordo, per potere dividere la somma. Per esempio, avere il rimborso dell’ultimo bollo, o evitare al nuovo proprietario, la spesa del bollo nuovo. E cose del genere. Insomma, un accordo si trova sempre, in un modo o nell’altro.

Quanto costa il passaggio di proprietà?

Il pagamento, in genere, è sempre a carico dell’acquirente. Lui, per potere avviare la pratica, deve andare: presso lo sportello telematico dell’automobilista, presso gli uffici della Motorizzazione o alle delegazioni ACI. E poi fare partire la pratica, per avviare ogni cosa. Poi, ci sono anche i costi da sostenere.

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Il costo fisso, è quello di 85,2 euro, di cui dentro: la quota per l’ACI, l’imposta di bollo per la presentazione dell’atto al PRA, imposta di bollo per il rilascio del nuovo documento unico di circolazione. E alla fine, i diritti di motorizzazione. E cosi via. E non è ancora finita.

All’importo, si somma anche l’imposta provinciale per la motorizzazione, che è sempre diversa, a secondo di quella che è la potenza del veicolo. E anche in base, a quella che la Provincia di riferimento. E infine, in base alla regione di residenza, del proprietario. E poi, alla fine, fare il calcolo finale.

Cosa succede se si paga il bollo in ritardo

Se si paga il bollo in ritardo, una cosa che può succedere, si rischia di andare incontro a degli interessi. Per cui, pagare, alla fine, una cifra maggiorata, rispetto al solito. Inoltre, è anche possibile, portare avanti un ravvedimento operoso. Ovvero, un sistema, che da la possibilità di fare recuperare il cliente.

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A seguito del mancato, o omesso pagamento. Le sanzioni da pagare, in questo caso saranno davvero basse, e non si andrà nemmeno incontro a degli accertamente, da parte delle Forze dell’Ordine, e dell’Agenzia delle Entrate. In altri casi, ci possono essere anche dei problemi di maggior conto e anche più gravi.

il calcolo delle sanzioni, e quindi della mora, varia a secondo dei giorni di ritardo. Nel caso, di mancato pagamento per oltre tre anni, si è oggetti di accertamento. A casa, può arrivare anche una cartella esattoriale, da pagare, entro e non oltre i sessanta giorni, dalla ricezione. O la mora, aumenta.

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